Ombre, segni, voci: l’Inferno di Röehr diventa un’esperienza collettiva pensata e realizzata dagli studenti del biennio specialistico in Comunicazione e Didattica dell’Arte

30/07/2025

Immagini, suoni e animazioni per far vivere ancora una volta l’Inferno di Dante, concepito dall’artista Anselm Röehr. 

Questo è l’obiettivo del video immersivo realizzato dagli studenti del biennio specialistico in Comunicazione e Didattica dell’Arte dell’Accademia SantaGiulia nell’ambito del corso di Multimedialità dei Beni Culturali del professor Vinz Beschi e presentato al Museo Diocesano di Brescia ad aprile scorso. 

Una riflessione contemporanea e creativa sul tema della Divina Commedia, un’opera senza tempo che attraversa media, tempi e culture differenti. 


“L’idea era molto ambiziosa, - racconta il professor Beschi - Prendere ispirazione dalle illustrazioni potenti e visionarie di Anselm Röehr e realizzare un’installazione video per la sala immersiva a tre pareti del Museo Diocesano, uno dei punti di riferimento culturali della nostra città, reinterpretando quattro momenti emblematici dell’Inferno dantesco”.


Ma andiamo con ordine, perché proprio Röehr? 

Anselm Röehr è un artista tedesco, nato a Francoforte e scomparso nel 2010, con un legame speciale con il Museo Diocesano: è proprio qui, all’interno degli ambienti dello spazio espositivo di via Gasparo da Salò, che nel 2008 ha presentato le 86 tavole a china dedicate alle cantiche di Dante. 


Una serie di disegni dal carattere lineare, intenso, essenziale e fortemente contemporaneo, che ben si adattano all'idea di un viaggio sensoriale che attraversa i gironi immaginati da Dante, con ombre, suoni e suggestioni.


Le illustrazioni di Anselm Röehr sono state per gli studenti l’occasione per reinterpretare diversi momenti chiave dell’Inferno dantesco, ma soprattutto per aprire la mente a mille diverse letture dei capolavori del Sommo Poeta: i ragazzi, infatti, nel corso del progetto hanno avuto modo di confrontarsi con sperimentazioni originali ed elaborazioni approfondite, fare ricerca e analisi di quanto prodotto in ambito artistico rispetto alla Divina Commedia, in particolare nel campo della video arte. 


Come si è sviluppato il progetto? 

Suddivisi in quattro gruppi, gli studenti hanno selezionato i canti su cui sviluppare le proprie idee progettuali: dall’apparizione delle fiere all’incontro con Virgilio, dall’ingresso all’Inferno passando per il fiume Acheronte fino ai canti dedicati ai ladri, ai seminatori di discordie e agli alchimisti. 

La scelta, quindi, è ricaduta sui canti I, III, XXV e XXIX, capaci di restituire tutta la forza evocativa del poema e di invitare lo spettatore a immergersi nelle sue atmosfere più profonde e suggestive.


Questa prima fase è stata seguita da un momento di armonizzazione delle idee e delle intuizioni dei ragazzi per raggiungere una sintesi omogenea e coerente. Si è così definita l’immagine visiva che i video avrebbero dovuto assumere optando per l’uso del bianco e nero con l’inserimento di elementi di colore rosso, esplicito richiamo all’immagine dell’Inferno.


Una volta definito il concept, sono stati impostati gli storyboard dei singoli video per razionalizzarne il processo narrativo e il piano di produzione per le riprese realizzate nello spazio del Teatro di Posa dell’Accademia SantaGiulia. 


La tecnica al servizio della creatività: ambiti diversi in dialogo per l’opera immersiva

La sfida più interessante da affrontare in loco è stata quella legata al formato: trattandosi di una stanza del museo, gli studenti si sono confrontati con uno sviluppo del video dal taglio anomalo, orizzontale, panoramico e tripartito, mantenuto anche durante la fase di lavorazione sul set.


Le riprese sono state realizzate da e con gli studenti utilizzando metodi diversi: i ragazzi sono stati protagonisti di take in silhouette; alcune scene sono state create attraverso il disegno digitale partendo da uno scatto poi virtualizzato; le fiere sono state realizzate e animate grazie al rotoscoping (tecnica che prevede il ricalco fotogramma per fotogramma di video e immagini originali), diverse animazioni, come quella della sabbia, sono state concretizzate con la tecnica dello stop motion, affiancando tra loro e in maniera consecutiva scatti fotografici.


Una volta concluse le riprese, gli studenti hanno effettuato un sopralluogo tecnico al Museo Diocesano dove hanno avuto la possibilità di vedere proiettata per la prima volta, direttamente all’interno della sala immersiva, la bozza del loro video che a quel punto è stato editato, perfezionato e sonorizzato per dare corpo a un’esperienza potente e coinvolgente. 

 

Un percorso per acquisire competenze: dalle abilità tecnologiche alle soft skills

“Ogni gruppo ha lavorato su un canto specifico, affrontando tutte le fasi del processo creativo, - ripercorre il docente che ha guidato gli studenti nel percorso progettuale, - Dal punto di vista didattico, è stata un’occasione preziosa per mettere in gioco competenze tecniche e artistiche, ma anche per sperimentare il lavoro di gruppo, la gestione del tempo, il confronto tra idee e visioni diverse. Una sfida non semplice, che gli studenti hanno affrontato con impegno e creatività, portando a termine un lavoro complesso e coinvolgente, capace di dialogare con un pubblico ampio, all’interno di uno spazio museale”.


Sono nati così quattro video, costruiti con stili personali ma profondamente coerenti tra loro, sia a livello visivo che emotivo. Le scene sono tutte avvolte in un’atmosfera nebbiosa e sospesa, quasi a suggerire un tempo indefinito, perfettamente in sintonia con l’immaginario dantesco. 

Un approccio condiviso che dà forza all’intero progetto, pur valorizzando le specificità di ogni episodio.


“È stato emozionante vedere come ogni studente abbia saputo mettere in gioco il proprio sguardo e le proprie competenze per dar vita a un’opera collettiva intensa e significativa. Abbiamo lavorato tanto, con passione, sperimentando linguaggi e tecniche diversi. Ma soprattutto abbiamo imparato quanto sia importante creare insieme, ascoltarsi, lasciarsi ispirare, osare. È questo che rende un progetto formativo davvero vivo. E credo che questo lavoro lo sia, profondamente”, conclude il professor Beschi.


L’arte al servizio del pubblico 

L’opera creata è il risultato del lavoro di giovani professionisti della didattica dell’arte, capaci di tradurre contenuti complessi in un linguaggio accessibile e aperto. Inserita in modo permanente nella collezione del Museo Diocesano, questa produzione precederà la visita alla raccolta di illustrazioni di Röehr, diventando un ponte tra il pubblico e l’esperienza museale. 


Un prodotto audiovisivo che, proprio perché pensato da chi è formato per educare e comunicare, riesce a parlare a tutti, stimolando una riflessione profonda, universale e duratura sull’arte e sul suo significato. E siete curiosi di vederlo con i vostri occhi, è possibile ammirare il video realizzato dagli studenti dell’Accademia SantaGiulia all’interno della Sala Immersiva del Museo Diocesano di Brescia!

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