Il Teatro di posa di via Montegrappa: la casa del biennio specialistico in New Media Communication
03/07/2025
Con il Teatro di posa, l’Accademia SantaGiulia si è dotata di uno spazio unico che unisce la versatilità e la possibilità di lavorare in condizioni operative professionali con l’opportunità di coniugare apprendimento teorico ed esperienze pratiche di alto livello. Il tutto per garantire agli studenti un’esperienza didattica realmente efficace.
L’ambiente è stato studiato ed attrezzato per poter rispondere alle esigenze di corsi diversi, in particolare del biennio specialistico in New Media Communication.
Pensato per imparare, operare e sperimentare ogni aspetto, il laboratorio permette agli studenti, una volta giunti al termine del percorso, di riconoscersi in una o più delle mansioni specifiche tipiche del workflow lavorativo che hanno potuto testare in questo contesto professionale.
All’interno del Teatro di posa, infatti, è possibile produrre e gestire sia la ripresa diretta di immagini, in movimento e statiche, che l’ideazione e la realizzazione di elementi visuali generati digitalmente per realizzare prodotti audiovisivi contemporanei artistici, comunicativi, multimediali e performativi come commercial, videoclip e videoarte.
Roberto Bonisoli, coordinatore della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte, e Silvio Bonomi, docente di Tecniche di Ripresa del biennio in New Media Communication, ripercorrono l’origine di questo luogo eccezionale e le opportunità che tale novità mette a disposizione degli studenti del percorso specialistico.
“Fare video non è un'attività individuale ma collettiva che presuppone la presenza di più soggetti con ruoli diversi, dall'ideazione alla realizzazione, fino alla post-produzione del prodotto finale”, afferma il professor Bonomi. “Quello che abbiamo cercato di fare pensando al Teatro di posa è stato di mettere a disposizione degli studenti delle condizioni di alto livello per poter apprendere, anche dal punto di vista della dotazione tecnica. Nello spazio di via Montegrappa non ci sono soltanto le macchine ma anche le luci e tutti gli accessori necessari per una produzione. Ci siamo strutturati per fare in modo che i ragazzi trovino, in piccolo, le stesse condizioni che troveranno su un set reale una volta avviati alla professione”.
“Questo spazio, più che nuovo, permette che la nostra metodologia “learning by doing by thinking” riesca a realizzarsi all’interno di un ambiente funzionale per gli studenti e, soprattutto, completamente dedicato alla didattica”, continua il Coordinatore Bonisoli. “Ora abbiamo uno spazio progettato per utilizzare e approfondire il linguaggio audiovisivo. Nel Teatro di posa le basi teoriche vengono immediatamente messe in pratica sui materiali, i device e gli strumenti: per noi è fondamentale insegnare ai ragazzi fin da subito come utilizzare le tecnologie, come farle funzionare, ma anche come gestire una produzione e come comportarsi su un set dove ci sono più figure tecniche diverse”.
Parole chiave dello spazio innovativo, operativo in via Montegrappa dall’inizio dell’anno accademico 2024/2025, sono flessibilità e modularità sia dal punto di vista dello spazio che delle modalità operative per far fronte ad esigenze performative, culturali o multimediali differenti e ricalcando tempi e modi tipici dei contesti professionali.
Non esiste, ad esempio, una disposizione “fissa” dell'allestimento: lo spazio può diventare “didattico” grazie all’ausilio di tavoli e sedie e a diverse opzioni di proiezione oppure un vero e proprio set con tre americane motorizzate da sei metri ciascuna e un limbo fotografico total white da sette metri di larghezza e sei di profondità.
All’interno del Teatro di posa è anche possibile installare in maniera molto rapida fondali in stoffa, dal nero fino al green screen, e utilizzare una seconda area di cinque metri di larghezza per otto di profondità con un classico allestimento da studio fotografico, fondali in carta da oltre tre metri e mezzo di larghezza, sistema a rotaie Manfrotto e compassi di supporto per i corpi illuminanti.
Lo spazio è completamente dipinto di nero, dai muri al soffitto, per ottimizzare al massimo le caratteristiche di funzionamento delle varie luci utilizzate minimizzando gli effetti di riflessione sulle pareti bianche.
Per la post-produzione, sono poi presenti cinque postazioni potenziate a livello hardware e software per il montaggio video, il montaggio audio, la color correction e il color grading, oltre alla post-produzione fotografica, il compositing VFX e il videomapping che si potranno integrare in tempo reale con esigenze di verifica e test immediati sui materiali prodotti.
“Grazie al Teatro di posa ci siamo dotati di tutta una serie di attrezzature per ottimizzare al massimo i processi perché oggi la chiave di lettura, intelligenza artificiale permettendo, è proprio il tempo”, sottolinea Silvio Bonomi. “Il Teatro di posa ci permette di evitare spostamenti e snellire le operazioni: non serve prendere l’attrezzatura, movimentarla, pensare a un posto dove poter girare. Nel momento in cui serve una location reale, se c'è l'esigenza lo si fa, ma non è una necessità quotidiana”.
L’obiettivo chiave del biennio specialistico in New Media Communication è fornire delle skills di base grazie alle quali lo studente può costruire il proprio io culturale e artistico, dare forma a ciò che lo rappresenta. La scelta di proporre format audiovisivi brevi serve a consolidare le basi, i workflow mentali, l'utilizzo degli strumenti tipici del linguaggio multimediale che poi sfociano nella libera interpretazione che caratterizza i professionisti in uscita.
Nel corso del biennio, infatti, viene data agli studenti anche la possibilità di sperimentare e approfondire il loro linguaggio, la visione artistica con la quale vogliono comunicare attraverso l'audiovisivo. Così, al termine del percorso, ogni ragazzo avrà il proprio portfolio di livello professionale per mostrare, visivamente e attraverso prodotti reali, la propria prospettiva personale.
“Il biennio permette di specializzarsi, ma senza dimenticare comunque la visione più ampia e d’insieme. Scambiare i ruoli, all’interno di uno spazio come quello del Teatro di posa, consente ai ragazzi di cambiare punto di vista, di mettersi anche nei panni degli altri e capire le problematiche dei colleghi: al di là delle inclinazioni personali di ciascuno studente, conoscere pro e contro del lavoro di tutti e sapere come ci si muove nei vari step progettuali permette di acquisire una consapevolezza del lavoro di produzione che è molto articolato, dettagliato, ma anche estremamente organico”, prosegue Roberto Bonisoli. “Grazie alle sinergie tra corsi differenti e al supporto dei docenti anche nell’ambito di progetti ed esercitazioni continue, sia individualmente che in gruppo durante l’anno, si può toccare con mano come si riuniscono le maestranze sul set (il regista, il direttore della fotografia, l'operatore di camera…) per comprendere le specificità tipiche del linguaggio, sia professionale che artistico”.
Sperimentare e creare sono la chiave di un apprendimento professionalizzante ed efficace che si presta sia a chi ha già frequentato un triennio in ambito grafico o multimediale ma anche a chi ha iniziato formandosi su aspetti di scrittura o di regia. Il primo semestre, infatti, è dedicato in maniera propedeutica all'apprendimento e al perfezionamento delle competenze di base.
Il Teatro di posa di via Montegrappa all’Accademia SantaGiulia è quindi molto più di uno spazio: è metodo, è didattica, è pratica ed è studio; un modo unico per potere costruire il proprio percorso professionale in ambito audiovisivo e di video effects.
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